venerdì 14 agosto 2015

Papà detenuti, festeggiare humanum est...

Ieri scambiavo due chiacchiere con un tizio, e un elicottero ha sorvolato le nostre teste. Il commento del mio interlocutore suonava più o meno come il nostro "io butterei via la chiave, altro che libera uscita". Gli ho chiesto allora di cosa stesse parlando, e mi ha spiegato che l'elicottero cercava un detenuto a cui era stato concesso un giorno di libertà per buona condotta in occasione del dia dos pais, cioè la festa del papà, commemorata dai brasiliani domenica scorsa. Il detenuto ha beneficiato di quello che qui è popolarmente conosciuto come saidao (letteralmente, uscitona), concesso in giorni di festa particolari al fine di facilitare la risocializzazione attraverso il convivio familiare e cercando di stimolare il senso di responsabilità e disciplina dei reclusi. Alla faccia di responsabilità e disciplina, il nostro ha pensato bene di approfittarne per scappare. E la sua non è una fuga isolata, visto che in ognuna di queste occasioni i detenuti che non fanno ritorno si contano a centinaia in tutto il Paese.
Ma c'è chi ha fatto di peggio, e chi molto peggio. Un altro detenuto ha infatti usato i suoi giorni di libertà per partecipare ad una rapina, ma è stato subito riacciuffato dalla polizia (fonte: http://jornalaguaslindas.com.br). Ed ecco il molto peggio: a San Paolo un ventunenne in libera uscita, ha addirittura violentato una signora di 72 anni (!!!) che faceva la sua passeggiata quotidiana (fonte: http://noticias.r7.com).

Fonte: g1.globo.com
Sempre nel carcere della Papuda, non molto lontano da dove abito io, nove detenuti sono sì rientrati ordinatamente dopo il permesso, ma sono stati beccati con 190 dosi fra erba, crack, cocaina e roupinol (un potente sonnifero), dentro lo stomaco. A quanto pare l'idea era quella di spacciare la droga dentro il carcere stesso.
I nove sono stati "liberati" del loro carico in ospedale, per poi tornare dietro le sbarre. (fonte: http://www.correiobraziliense.com.br).

Giusto per chiarire, il permesso di uscire per qualche giorno in occasione di determinate festività, è concesso solo a quei detenuti che stanno scontando la pena in regime aperto o semi-aperto e che hanno avuto un comportamento ligio, e solo per un certo numero di giorni, da concordare con il giudice.
A causa di questi permessi, in occasione delle festività sale l'allerta per i cittadini, a cui viene richiesto di prestare particolare attenzione al momento di entrare o uscire dalla macchina, o di far ritorno a casa.
Fonte: folhadedourados.com.br
L'intenzione che c'è dietro a questo tipo di uscite mi sembra lodevole. Ma, visti i risultati, la reazione dell'opinione pubblica è scontata: chi sbaglia paga, e non deve essergli data la possibilità di commettere altri crimini, anche e soprattutto mentre ancora non ha finito di scontare la pena per quel che ha fatto. E come pensare altrimenti? Si può vivere in una società in cui un'anziana che esce a fare una passeggiata deve subire una violenza sessuale perché uno è uscito un attimo di prigione ed ha urgenza? Certo che no.
Ma fermo restando che finché la situazione resta questa non dovrebbe essere permesso ad un delinquente di commettere un nuovo crimine così facilmente, vorrei fare un paio di osservazioni.
Prima di tutto, l'enorme diseguaglianza sociale che c'è alla base della società brasiliana non favorisce di certo la mancanza di crimini. Provate solo per un momento a mettervi nei panni di un povero che cresce ai margini di una metropoli brasiliana, circondato dallo squallore, la violenza come pane quotidiano e la mancanza di qualsiasi prospettiva di miglioramento (se non attraverso la delinquenza). Ovvio, ci sono tanti brasiliani poveri che vivono onestamente e cercano di migliorare la propria vita e quella dei propri figli. Ma, concedetemelo, in una situazione del genere l'inclinazione ad essere dei rispettabili cittadini non è certo incentivata. I ricchi normalmente si barricano nel proprio condominio chiuso, risolvendo il (proprio) problema sicurezza solo in parte, e chiedendo, per il resto, un inasprimento delle pene. Ma dove può portare il mantenimento in uno stato di degrado ed inferiorità della maggior parte della popolazione? Sarà che a lungo termine non si debba pensare a una strategia che diminuisca la disuguaglianza?
E ancora: le carceri brasiliane sono a quanto ne so io dei veri e propri lager. Le condizioni di vita dei detenuti sono disumane. Il numero di persone supera di gran lunga la capacità di accoglienza. E la violenza, che già fuori dal carcere è altissima, lì diventa necessaria e urgente (durante le frequenti rivolte carcerarie, non è raro che si verifichino decapitazioni, per esempio). Ho sentito dire che è sufficiente pagare un poliziotto per far fuori qualche ospite delle prigioni brasiliane. Tutto questo aiuta molto poco a reinserire i detenuti nella società. Credo che vivere una vita senza valore, aiuti ben poco a rispettare quella degli altri.
In conclusione, credo sia umano dare la possibilità ai detenuti di vedere che c'è una possibilità di vivere una vita normale, anzi doveroso. Ma perseverare nel mantenere una situazione esplosiva fuori e dentro il carcere, da parte delle autorità, è diabolico, tanto più se nel frattempo si mette in pericolo l'incolumità degli altri cittadini.

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