Ieri mattina già uscendo dal condominio si vedeva che c'era molto traffico. Per fortuna io vado nella direzione opposta. Ma è evidente che dopo il carnevale sono "finalmente" tornati tutti a lavorare. La radio parlava di imbottigliamenti in vari punti della città, e si discuteva del problema del traffico e della speranza che le autorità facciano qualcosa a riguardo, visto che la situazione continua a degenerare e le previsioni non sono certo rosee. C'è addirittura chi paventa una vera e propria paralisi della città già nel 2020, cioè fra soli cinque anni.
Niente di nuovo sotto il sole, per una che viene da una città come Roma, dove spostarsi nelle ore di punta diventa un'odissea che ha molto poco di romantico. Ma Roma ha dei problemi strutturali obiettivi, è una città antica, senza nulla togliere all'incapacità dei nostri amministratori. Brasilia, invece, è una capitale giovane, progettata a tavolino, e pensata per spostarsi con la macchina. Che succede, quindi?
Prima di tutto, all'epoca in cui è stata costruita la nuova capitale, l'idea era che questa avrebbe dovuto accogliere 500 mila abitanti. Attualmente, invece, se ne contano già più di 2 milioni e mezzo, ed il ritmo di crescita demografica al di sopra della media nazionale non può che far pensare ad un'imminente esplosione, anche dal punto di vista della viabilità. E' evidente infatti che la crescita demografica comporta anche una maggiore quantità di macchine in circolazione, soprattutto se accompagnata dall'aumento del benessere (o meglio, della sensazione che si possa comprare tutto, tanto è a rate).
Ma il vero dato drammatico, traffico a parte, è il numero di morti per incidenti stradali, che vede il Brasile ai primi posti a livello mondiale e che si aggiunge alla grande quantità di morti violente di altra natura. Solo a Brasilia si contano sulle strade centinaia di decessi ogni anno (in tutto il Brasile si parla di migliaia di vite perse, una vera strage). Perché tanti incidenti mortali? Azzardo alcune ipotesi. Intanto la guida in stato di ebbrezza non è rara: qui si alza molto il gomito, soprattutto durante fine settimana e feste varie (durante il carnevale si registra il weekend più etilico dell'anno). Mi viene da pensare che i nuovi "possessori di macchine" siano spesso neopatentati o comunque persone senza una grande esperienza al volante e che anche i veterani (dato il numero di vittime è proprio il caso di usare questo termine) non siano abituati ad affrontare tanto caos. L'asfalto delle strade poi si riempie di buche alla prima pioggia intensa (cioè tutte: le piogge, qui, sono tropicali), e il tentativo di evitarle o i rallentamenti che provocano favoriscono sicuramente gli incidenti. Ma anche i numerosi radar dislocati lungo le strade, a mio avviso, costituiscono un'ulteriore causa di incidente: le grandi arterie che attraversano la città favoriscono l'alta velocità (quindi in teoria è giusta la dissuasione), ma normalmente gli automobilisti frenano in modo molto brusco arrivati all'altezza dei radar (opportunamente segnalati) e basta una piccola distrazione per farli diventare un bersaglio di chi li segue. Altro dubbio: quanto controllo c'è sullo stato degli autoveicoli? Vedo circolare sulle strade macchine e camion che non danno l'idea di essere sicuri, né per sé né per gli altri. Spesso fra l'altro negli incidenti sono coinvolti i camion: mi chiedo quanto controllo ci sia sulla manutenzione di questi bestioni e sulle condizioni lavorative dei camionisti, che se sottoposti ad orari eccessivi possono mettere a rischio la propria vita e quella degli altri.
Volendo essere molto cinici, gli incidenti rientrano poi sicuramente fra le cause dei numerosi rallentamenti o imbottigliamenti sulle strade. Ma anche la scarsità nell'offerta di mezzi pubblici dà il suo contributo (vedi anche il mio post http://evainbrasile.blogspot.com.br/2014/11/viaggiare-in-metropolitana-confronto.html).
Insomma, fra rischio paralisi della mobilità e incidenti fatali, il futuro di Brasilia sembra avere i giorni contati.
Insomma, fra rischio paralisi della mobilità e incidenti fatali, il futuro di Brasilia sembra avere i giorni contati.