giovedì 17 settembre 2015

Jabuticaba, l'uva per tutti (e per tutto)

Prima di venire in Brasile non avevo mai sentito parlare di jabuticaba, e tanto meno ne avevo visto un albero. Per cui quando ho visto mio figlio che mangiava questo frutto tondo e violaceo, lì per lì mi sono preoccupata. Avrebbe potuto essere una qualsiasi bacca velenosa, per quanto ne sapessi. E invece i brasiliani presenti ci hanno subito rassicurato: era jabuticaba. Anche il nome non mi diceva molto, ma comunque garantivano trattarsi di un frutto commestibile.
Quando ho visto l'albero, in compenso, mi ha fatto un'impressione stranissima: i frutti erano attaccati direttamente al tronco. Infatti i rami dell'albero di jabuticaba si ricoprono di foglie, ma i fiori, che appaiono due volte all'anno, e quindi anche i frutti, crescono sul tronco. Questa caratteristica fa sì che qualsiasi animale (anche quelli che non volano e non si arrampicano) possa nutrirsi di questo strano frutto per poi "trasportarne" i semi in giro e permettere così la riproduzione della pianta.

La jabuticaba, originaria del sud del Brasile, è conosciuta all'estero come "grape tree", mentre il suo nome portoghese deriva dalla lingua Tupi (quella che parlavano gli indigeni del Brasile e che ha lasciato dei segni anche nell'attuale portoghese locale), per la quale vuol dire cibo di Jabuti (colui che mangia poco). I frutti, che hanno un diametro di circa 3-4 cm e ricordano tantissimo l'acino di uva, possono essere mangiati crudi, anche se personalmente non li gradisco, forse perché sono troppo vecchia per apprezzare un sapore che non avevo mai preso in considerazione prima. I brasiliani con cui ho parlato mi hanno detto comunque che la buccia, effettivamente troppo dura, di norma non la mangiano, mentre succhiano la polpa bianca sputandone i semi. Questo frutto tanto particolare però è usato anche per produrre succhi di frutta e marmellate, ma soprattutto, proprio come l'uva, vino e liquori.

L'altra curiosità che riguarda la jabuticaba, sono i numerosi benefici per la salute che le vengono attribuiti. A leggere quello che gira su Internet al riguardo, viene da gridare al miracolo. Questa uva sui generis, infatti, farebbe bene alla pelle, ai capelli, alle ossa, alla linea, al cuore, all'artrite. La buccia essiccata si usa per trattare l'asma e la diarrea. E' anche un antinfiammatorio. Sembra che un tempo le donne in gravidanza fossero invitate a mangiarne a causa dell'alto contenuto di ferro e di acido folico. E, udite udite, avrebbe anche proprietà antitumorali. 

Un'ultima curiosità riguarda la lingua: in Brasile si usa la parola "jabuticaba" per indicare qualcosa che si pensa essere tipicamente brasiliano, visto che si ritiene che l'albero cresca solo in Brasile (ma non è vero: si trova anche in altri paesi sudamericani). Di solito però questo uso assume un'accezione (auto)denigratoria: la sola cosa veramente brasiliana, ed anche buona, è la jabuticaba. Per l'esattezza il detto è: "se a coisa so der no Brasil, nao sendo jabuticaba, é besteira". Se lo dicono loro...