In questo mese ho fatto una mini vacanza
a Foz do Iguaçu, e mi sembra doveroso scrivere di questa esperienza. Doveroso
perché è qualcosa di unico, e mi sento fortunata ad aver avuto la possibilità
di fare questo viaggio non una, bensì due volte. Devo dire però che la mia
prima volta è stata meno entusiasmante, per il semplice fatto che è stata nel
mese di aprile, quando è ormai finita la stagione delle piogge. Non che allora
mi sia sembrato uno spettacolo deludente: le Cascate di Iguaçu restano
indiscutibilmente una delle meraviglie del mondo. Ma questa volta, con le
piogge a ingrossare il fiume Iguaçu, le cascate ci hanno offerto uno spettacolo
travolgente. E quando dico travolgente lo dico in senso proprio, perché dalla
visita dal lato brasiliano sono uscita bagnata come un pulcino. Bellissimo!
Quando arrivi e cominci il sentiero vedi le prime cascate e già ti sembra un
posto surreale.
Poi prosegui, e ti accorgi che le cascate continuano, e poi ancora e ancora (sono circa 275), fino ad arrivare alla Garganta do Diablo, cioè una gola in cui confluiscono diverse cascate, dove una passerella ti permette di ritrovarti in mezzo agli spruzzi di una massa d’acqua che se uno non la vede non riesce a concepirla. Fra l'altro consigliano di usare un impermeabile (che vendono anche sul posto), ma io sono andata senza, e devo dire che lo consiglio, perché messi al sicuro telefono e portafogli ti dà proprio la sensazione di immergerti nella natura. Fra l'altro, nonostante si tratti di un posto molto turistico (è il secondo sito più visitato in Brasile, dopo Rio de Janeiro), ci si ritrova intorno una vegetazione verdissima e rigogliosissima, che ti porta a pensare come fosse alle origini.
La visita alle cascate non è completa se non si oltrepassa la frontiera e non si va anche nel lato argentino, passando per il ponte Tancredo Neves, che fino ad un certo punto ha i colori giallo e verde del Brasile, e poi si trasforma nel bianco celeste della bandiera argentina. Le cascate appartengono fra l’altro all’80% all’Argentina, ma questo fa sì che la vista d’insieme sia migliore dal lato brasiliano. In Argentina bisogna armarsi di pesos (l’ingresso si paga solo in contanti in moneta locale, mentre in Brasile si può pagare con la carta) e poi via, a prendere il trenino che ti porta verso la Garganta, questa volta vista dall’alto. Lungo il tragitto tante farfalle colorate svolazzano allegramente e non sembrano temere i turisti, sui quali a volte si posano come ad attendere uno scatto che le immortali. Il tragitto prevede una passeggiata letteralmente sopra il fiume, che è immenso, e poi ecco di nuovo l’acqua che cade giù con un fragore assordante e ti lascia senza fiato.
Senz’altro un viaggio che vale la pena fare
almeno una volta nella vita. Dal punto di vista organizzativo, i brasiliani
stavolta mi hanno sorpreso positivamente. Nessun problema, né nel piccolissimo
aeroporto di Foz, né durante il soggiorno o la visita. A fare da contorno
all’attrazione principale, l’acqua, i quaty, piccoli mammiferi piuttosto
invadenti che cercano cibo passando fra le gambe dei turisti (diversi cartelli
avvisano i visitatori che possono mordere). Ma fra le piante si vedono spuntare
ogni tanto anche iguana e uccelli esotici (ci sono dei cartelli che mettono in guardia dall'uscire dal sentiero, dato che si possono incontrare serpenti!), e durante la mia prima visita ho visto anche un piccolo coccodrillo che prendeva il sole su una roccia in mezzo al fiume.
A proposito di uccelli, la nostra gita a Foz do Iguaçu si è conclusa con la visita al Parque das aves, altra piacevole sorpresa. Il parco ospita volatili che hanno avuto problemi e che sono stati accolti per essere aiutati. Si possono ammirare i tucani da vicinissimo, e poi pappagalli di tutti i colori e dimensioni, colibrì, e tanti altri uccelli. Molto bello, soprattutto per chi come me viaggia con i bambini.
Poi prosegui, e ti accorgi che le cascate continuano, e poi ancora e ancora (sono circa 275), fino ad arrivare alla Garganta do Diablo, cioè una gola in cui confluiscono diverse cascate, dove una passerella ti permette di ritrovarti in mezzo agli spruzzi di una massa d’acqua che se uno non la vede non riesce a concepirla. Fra l'altro consigliano di usare un impermeabile (che vendono anche sul posto), ma io sono andata senza, e devo dire che lo consiglio, perché messi al sicuro telefono e portafogli ti dà proprio la sensazione di immergerti nella natura. Fra l'altro, nonostante si tratti di un posto molto turistico (è il secondo sito più visitato in Brasile, dopo Rio de Janeiro), ci si ritrova intorno una vegetazione verdissima e rigogliosissima, che ti porta a pensare come fosse alle origini.
La visita alle cascate non è completa se non si oltrepassa la frontiera e non si va anche nel lato argentino, passando per il ponte Tancredo Neves, che fino ad un certo punto ha i colori giallo e verde del Brasile, e poi si trasforma nel bianco celeste della bandiera argentina. Le cascate appartengono fra l’altro all’80% all’Argentina, ma questo fa sì che la vista d’insieme sia migliore dal lato brasiliano. In Argentina bisogna armarsi di pesos (l’ingresso si paga solo in contanti in moneta locale, mentre in Brasile si può pagare con la carta) e poi via, a prendere il trenino che ti porta verso la Garganta, questa volta vista dall’alto. Lungo il tragitto tante farfalle colorate svolazzano allegramente e non sembrano temere i turisti, sui quali a volte si posano come ad attendere uno scatto che le immortali. Il tragitto prevede una passeggiata letteralmente sopra il fiume, che è immenso, e poi ecco di nuovo l’acqua che cade giù con un fragore assordante e ti lascia senza fiato.
A proposito di uccelli, la nostra gita a Foz do Iguaçu si è conclusa con la visita al Parque das aves, altra piacevole sorpresa. Il parco ospita volatili che hanno avuto problemi e che sono stati accolti per essere aiutati. Si possono ammirare i tucani da vicinissimo, e poi pappagalli di tutti i colori e dimensioni, colibrì, e tanti altri uccelli. Molto bello, soprattutto per chi come me viaggia con i bambini.
Qualche piccola curiosità su Foz
do Iguaçu:
- il nome Iguaçu deriva dalla lingua Guarani, nella quale u significa acqua e guaçu grande;
- la città di Foz do Iguaçu ospita in proporzione il più alto numero di musulmani del Brasile (c’è anche una moschea, inaugurata nel 1983);
- la diga di Itaipù, poco distante, al confine fra Brasile e Paraguay, rifornisce di energia elettrica il Paraguay per la quasi totalità del suo fabbisogno ed il Brasile per circa il 25%;
- normalmente la visita delle cascate viene accompagnato dal cosiddetto "turismo das compras" nella vicina Ciudad del Este, in Paraguay, dove i prezzi (dicono) sono molto più competitivi che in Brasile (e, aggiungerei, non ci vuole poi tanto);
- le cascate di Iguaçu hanno fatto da scenario ad un famoso film, Mission, con un aitante Robert De Niro e dei giovanissimi Jeremy Irons e Liam Neeson. Il film, del 1986, ha vinto la Palma d'oro al 39° Festival di Cannes e vanta niente popodimenoche una colonna sonora (bellissima!!!) composta dal grande Ennio Morricone. Qui il link per ascoltarla: Ennio Morricone - colonna sonora Mission