giovedì 23 giugno 2016

Tempo di bilanci

Ci siamo: meno di un mese e lascerò questo Brasile per tornare a casa, con tante aspettative ma anche tante preoccupazioni. Vivere lontano dal proprio Paese significa in un certo senso vedere le cose con maggiore distacco, ma anche confondere la realtà con i ricordi, e spesso la mente seleziona quelli belli e ci fa crogiolare nella nostalgia. 
E del Brasile, sentirò nostalgia? Quella famosa saudade che tutti associano a questo gigante? Forse, chissà, fra qualche anno. La nostalgia in fondo non è legata solo ad un posto, ma anche (e a volte soprattutto) ad un periodo della propria vita, quando si è consapevoli che non tornerà più. 
Quando sono arrivata qui il mio primo figlio aveva meno di 2 anni. Come dice lui, ha passato (per ora) la maggior parte della sua vita più in Brasile che in Italia. Eppure siamo riusciti a mantenere la sua italianità, facendogli vivere in casa la lingua, le abitudini, il modo di vivere e di vedere che è così radicato in noi, emigranti temporanei e attempati. Certo la consapevolezza che saremmo tornati in Italia ci ha aiutati a non perdere le nostre radici (e a non farle perdere ai nostri figli). Ho visto molti figli di italiani emigrati che non parlano la lingua dei propri genitori, e mi rendo conto quanto sia facile perderla in una quotidianità fatta di altre parole, altri concetti per esprimere il proprio pensiero. La consapevolezza del ritorno e la forte volontà di mantenere le origini (e il futuro) della nostra famiglia, d'altro canto, credo abbiano comportato un ostacolo piuttosto grande alla nostra integrazione. Sentirsi precari ti lascia in una situazione psicologica che non ti fa andare oltre, non ci si concede in toto. Sicuramente non ci ha aiutato neanche vivere in due città che escono fuori dallo scenario più sognato dai fan del Brasile, che poi è il Nordest, Rio de Janeiro al massimo. Curitiba è più "europea", se la vogliamo vedere con gli occhi dei suoi orgogliosi abitanti, più fredda e ostica se guardiamo in faccia la realtà. Brasilia, una capitale progettata e creata dal nulla, e quando dico nulla voglio dire proprio nulla: finta, surreale, invivibile (se vivere vuol dire, per esempio, camminare, incontrare altra gente). Un sogno trasformatosi in un pasticcio, a mio parere. Va beh, è andata così. E' stata comunque un'opportunità incredibile, un'esperienza di vita, per me e credo anche per i miei figli, che mi (ci) porterò(emo) dentro per sempre. 
E' un pò presto per tirare le somme, forse. ma così mi sento, come quando sta per arrivare Natale e si pensa già all'anno nuovo, con un occhio a quello che è appena trascorso. 

martedì 3 maggio 2016

La torcia olimpica in marcia verso Rio

Pronti, partenza...via!! Ed ecco che il Brasile inizia il suo percorso verso l'ennesimo grande evento che lo ha visto coinvolto negli ultimi anni, le Olimpiadi. E lo inizia simbolicamente con l'arrivo della torcia olimpica nella capitale, Brasilia. Da pochi giorni sono apparsi in giro per la città manifesti che invitano a partecipare alla festa organizzata per ricevere la tocha, oltre a cartelli vari che strizzano l'occhio a Rio 2016. E oggi, 3 maggio, la torcia olimpica è arrivata a Brasilia dopo essere stata accesa il 21 aprile ad Olimpia, in Grecia, per poi attraversare simbolicamente tutto il Paese attraverso più di 300 città dislocate nelle cinque regioni, prima di arrivare ad accendere il braciere olimpico nello Stadio Maracanà di Rio. Circa 20000 Km percorsi da 12000 tedofori. Per la prima volta la torcia olimpica si trova sul suolo sudamericano.

La torcia di Rio 2016 è stata ideata da Gustavo Chelles, ingegnere carioca, e sua moglie, la designer catarinense Romy Hayashi. Quando è spenta la torcia, realizzata in alluminio riciclato, è chiusa e tutta bianca. Poi si apre lentamente, con l'intenzione di ricordare lo sbocciare di un fiore. Una volta aperta, si propone di rappresentare l'essenza del Brasile, motivo per cui i creatori hanno pensato all'azzurro (il mare), il verde (le foreste), il giallo (il sole e l'oro olimpico), colori che richiamano anche la bandiera del Paese.

La realizzazione fisica della torcia è stata invece assegnata ad un'impresa spagnola, la Recam Làser S.L.
Una fetta del denaro in circolazione per le Olimpiadi è arrivata in qualche modo anche in Italia, in quanto la produzione del viaggio della torcia, delle cerimonie olimpiche e paralimpiche è stata affidata all'azienda italiana Filmmaster Events, in partnership con la brasiliana Srcom.

In un momento delicatissimo per la storia politica del Brasile, il Paese si dividerà molto probabilmente fra coloro entusiasti di ritrovarsi ancora una volta al centro dell'attenzione mondiale e coloro che invece saranno (giustamente) disturbati dai fari (e soprattutto i soldi) puntati sull'evento e distolti dai problemi ben più importanti che il popolo verdeoro si trova in questo momento ad affrontare.
Per il momento, la cerimonia di accoglimento della torcia a Brasilia ha visto manifestanti pro e a favore di Dilma, che ancora si trova nel guado dell'impeachment, ma con proteste piuttosto tiepide. Qualcuno parla anche della difficoltà di organizzare una protesta collettiva in assenza di Whatsapp, bloccata su ordine di un giudice dalle 14 di lunedì e fino al pomeriggio di oggi.
Non resta che seguire la torcia lungo tutto il suo tour brasiliano e vedere cosa succederà.

lunedì 18 aprile 2016

Ciao Dilma

Vivendo in Brasile non posso far finta che ieri non sia successo nulla. Pur non avendo la TV, negli ultimi tempi si respirava un clima di tensione e di attesa. Soprattutto sabato, la città era meno in fermento, come se tutto il popolo brasiliano fosse con il fiato sospeso. Moltissime macchine se ne andavano in giro con le scritte più varie auspicando l'imminente cacciata di Dilma, il primo presidente donna del Brasile. "Tschau querida", portava scritto sulla sua bici ieri mattina un signore attempato, che portava in giro quello slogan con un sorrisetto beffardo. Molti si sono limitati ad esporre la bandiera del Brasile, come se il futuro e l'identità del Paese fossero il risultato della defenestrazione della Presidente cattiva. E poi, soprattutto, i fuochi d'artificio, ieri sera, dopo il voto. Festa, in puro stile brasiliano.

Nessuna sorpresa, comunque, perché che la camera avrebbe votato a favore dell'impeachment lo sapevano ormai tutti. Ed anche se l'iter si concluderà solo con il voto del Senato, sembra che non ci siano margini per una marcia indietro. Ma cosa ha fatto Dilma? In realtà l'accusa sembra più una scusa, visto che la Rousseff è accusata di aver commesso un crimine cosiddetto di "responsabilità": ha contrattato illegalmente crediti aggiuntivi con la banca pubblica al fine di finanziare i piani di governo, senza far comparire il buco nel bilancio. Niente che non sia già stato fatto dai suoi predecessori. Ciò non toglie che i compagni di partito di Dilma sono stati senz'altro protagonisti della tangetopoli verdeoro, il più famoso fra tutti proprio l'ex presidente Lula. Ma è evidente invece che il vero motivo per cui i detrattori dell'erede di Lula vogliono disfarsi della Rousseff sono politici. In Brasile il voto di sfiducia non è previsto, e quindi gli oppositori si sono attaccati all'impeachment. La verità è che moltissimi brasiliani si sentono delusi dal PT (Partido Trabalhador), che non ha impedito che la crisi li facesse riscivolare verso condizioni di vita più simili a quelle precedenti l'avvento di Lula. E i brasiliani delusi si sono quindi allineati a quelli che non si sono mai sentiti rappresentati da Lula e compagnia bella, la classe medio-alta, per essere chiari. Coloro che grazie alle politiche di Lula si sono affacciati entusiasticamente al balcone del consumismo, ora devono tornare a guardare le loro vite da dentro le proprie modeste abitazioni. E questo, a quanto pare, è difficile da mandar giù.
Formalmente parlando, dopo che il procedimento di impeachment avrà concluso definitivamente il suo iter, sarà il Vice Presidente Michel Temer ad assumere l'interim in attesa di nuove elezioni. Anche Temer, però, rischia di essere sottoposto alla stessa procedura che sta mettendo da parte Dilma, e in tal caso Eduardo Cunha, attuale Presidente del Congresso, si troverebbe ad assumere la carica più alta del gigante sudamericano. E proprio qui risiede l'assurdo, perché Cunha è coinvolto in numerosi procedimenti giudiziari per presunta corruzione. Il che fa pensare, a voler dare ragione alla povera Dilma, che in realtà il voto di ieri non è altro che un "golpe bianco", cioè senza spargimento di sangue (e meno male, almeno questo). Lungi da me pensare che ci siano in questa storia dei buoni e dei cattivi, ma cacciare via l'attuale Presidente per sostituirla con qualcuno marcio fino al midollo, mi puzza un pò tanto di copertura di qualcosa di diverso. Un modo un tantino originale di porre fine al regno di Lula ed eredi, visto che il PT occupa quell'ambita poltrona ormai da 14 anni.
Sarà un bene o un male per il Brasile? Questo io non sono in grado di giudicarlo. Ma a naso non mi sembra di buon auspicio il metodo scelto per cambiare le cose. Sembra più una partita a Risiko in cui ci si sfida per accaparrarsi il maggior numero di carri armati. Certo è sconcertante sentire un deputato che dichiarando il proprio voto a favore dell'impeachment lo dedica ad uno dei torturatori della dittatura (Dilma, qualora qualcuno non lo sapesse, è stata una guerrigliera comunista, all'epoca oggetto di tortura). "Per fortuna", un altro deputato ha reagito sputandogli addosso (e mi sembra il minimo).
E il futuro del popolo brasiliano? Sicuramente c'è in gioco soprattutto quello, come sembrano credere molti, ma non credo che i protagonisti di questi giorni se ne preoccupino poi troppo.

A margine di questa svolta epocale nella storia del Brasile, come italiana non riesco a non fare qualche collegamento con il Belpaese. Innanzitutto anche in Italia ieri c'è stata una giornata di votazioni, anche se a casa nostra si trattava di un referendum. Mi viene un pò di tristezza a vedere quanta differenza di partecipazione ci sia stata nei due paesi. Qui l'atmosfera era quasi paragonabile a quella dei mondiali, con una quantità incredibile di persone scese in piazza, pro e contro Dilma (e con tanto di maxischermi dislocati nelle piazze delle principali città). Non era il popolo a votare direttamente, ma il popolo si è fatto sentire. In Italia invece la gente nella maggior parte dei casi ha preferito farsi i fatti suoi, come se la questione posta dal referendum non riguardasse tutti. Non c'è stata adeguata informazione, certo, ma forse non ci si è neanche voluti informare. E' il tipico atteggiamento disincantato che ormai sembriamo avere noi italiani di fronte alla politica, e anche se il brasiliano medio in questo campo ha uno slancio che ha un non so che di ingenuo, non so chi stia meglio. D'altronde se qui è preoccupante la presenza in parlamento di un deputato che omaggia un torturatore, il nostro parlamento pullula di loschi individui che non credo abbiano un'ideologia tanto lontana da quel brasiliano, oltre al fatto che da noi un deputato non si fa problemi a sbeffeggiare chi è andato a votare al referendum con un simpatico "ciaone". L'ultima cosa che mi viene in mente è il parallelismo fra il lava-jato brasiliano e le mani pulite nostrane. A parte l'ovvia considerazione che qui le cose avvengono con una ventina di anni di ritardo rispetto all'Italia, fa impressione vedere quanto in Brasile ci si preoccupi meno dell'apparenza, il che non è necessariamente un male.

mercoledì 30 marzo 2016

Marzo pazzerello

Anche questo mese si avvia al termine, e presa da mille cose ho trascurato il blog. Mi sembra però doveroso (?) raccontare due cose che ho fatto in questo marzo brasiliano.

La prima è il viaggio a Florianopolis. Per chi non la conoscesse, Floripa è la capitale dello Stato di Santa Catarina, il secondo stato brasiliano partendo dal basso. Esce un pò dai canoni di quello che è il Brasile immaginato da noi europei, ma nello stesso tempo mantiene quel non so che di esotico che non guasta. Atterrando con l'aereo si vede subito che Floripa è su un'isola, almeno in parte. Questo fa sì che questa capitale conti ufficialmente 42 spiagge, anche se alcuni dicono che a guardare bene ce ne sono 100. Poco importa il numero, fatto sta che di spiagge ce ne sono tante, e per tutti i gusti. Ci sono quelle adatte per i surfisti, ma anche quelle perfette per le famiglie con i bambini, spiagge piene di infrastrutture (discutibile in alcune la capacità di inserirle senza deturpare il paesaggio, ma accontentiamoci), e spiagge isolate e selvagge. Primo punto a favore di Floripa, quindi. Ma andiamo con ordine. La prima impressione che ho avuto uscendo dall'aeroporto, e che ho continuato ad avere per tutto il soggiorno, è che Floripa è un'isola verde. Ed è un verde piacevole, accogliente. Bello. Sarà che ormai sono abituata al paesaggio del cerrado, da cui mi aspetto di veder uscire un leone da un momento all'altro, e sarà anche che la mata atlantica mi è diventata familiare dopo i quasi 3 anni vissuti a Curitiba. Comunque mi ha trasmesso una sensazione piacevole.

Il posto che mi è piaciuto di più è stato Jureré, pieno di ville molto belle, la maggior parte senza neanche una recinzione (sembra quasi di stare a Punta de Leste). C'è anche una via commerciale molto carina, e senz'altro più piacevole dei soliti megashopping all'americana che si incontrano in tutto il Brasile.
Praia da Joaquina
Un posto spettacolare è poi la Praia da Joaquina, a ridosso della quale ci sono delle dune di sabbia giganti, con un paesaggio mozzafiato. Sulle dune si pratica anche il sandboard, una specie di surf fatto appunto sulla sabbia, ma pare che questo sport porti con sé l'inconveniente di rovinare le dune. All'interno dell'isola ci sono anche diversi laghi e parchi naturali, dove si possono percorrere sentieri di difficoltà diverse.

Dune di sabbia, Praia da Joaquina
L'impressione a pelle, senza voler scomodare le statistiche, è che lì si viva bene. Ovvio che una vacanza è una cosa, vivere in un posto è un'altra. Però mi voglio soffermare sulle sensazioni, basate anche su un pò di esperienza in questo grande e strano Paese. E la sensazione è che Florianopolis goda del giusto equilibrio fra natura e infrastrutture, servizi e qualità della vita. Lì non fa sempre caldo, e se è vero che questo significa non godersi il mare 365 giorni l'anno, è anche vero che non si è sopraffatti dall'afa soffocante, e che un pò di varietà, anche meteorologica, non mi dispiace. Un'altra impressione è che questo ragionamento se lo sono fatti anche molti italiani, gli immigrati di prima generazione, che qui hanno aperto diverse attività, specialmente nella ristorazione. C'è comunque tantissima offerta turistica, e se dovessi tornarci cercherei senz'altro una pousada piuttosto che un hotel, come ho fatto, perché si tratta di strutture più caratteristiche e con la possibilità di intrattenere rapporti personali con i gestori-proprietari. 

Cos'altro ho fatto a marzo di bello? Sono andata ad un bellissimo concerto in omaggio a Tom Jobim...ma questo merita un post tutto suo,,,

lunedì 8 febbraio 2016

L'abc del Carnevale Brasiliano

Pur essendo il carnevale una festa originariamente importata, è diventata senz'altro uno degli eventi più popolari e più caratteristici del Brasile. Il Carnevale di Rio è stato fra l'altro riconosciuto come il maggior carnevale del mondo.
Pur essendoci dei brasiliani che non lo amano, moltissimi partecipano a questa festa insieme alle orde di turisti che arrivano da tutto il mondo per ammirare lo spettacolo offerto dal popolo brasiliano. Anche se, come sempre, non è tutto (verde)oro quello che luccica...

Qualche curiosità sul Carnevale più amato dunque:

Alegria. Il Carnevale incarna la vera essenza dei brasiliani agli occhi di tutto il mondo. E tutto, in questa festa, è allegria. Probabilmente questo contribuisce fortemente all'idea che tutti gli stranieri hanno dei brasiliani, cioè quella di un popolo allegro (il che è, ovviamente, un cliché).

Blocos de rua. Si tratta di gruppi semi organizzati, ognuno dei quali sfila per le strade di un determinato quartiere durante il Carnevale. Insieme alle scuole di samba, rendono il Carnevale brasiliano uno spettacolo imperdibile e coinvolgente. Pensate che nella sola Rio si contano circa 500 blocos. A Recife, il Bloco do Galo da Madrugada, che è stato registrato nel Guinness dei Primati 1995 come il maggiore al mondo, apre la festa di Carnevale della Capitale Pernambucana. 

Cerveja. Non è un segreto che la birra (e non solo) scorre a fiumi durante questa festa, e probabilmente aiuta a creare molta dell'allegria tipica di questi giorni. Il rovescio della medaglia sono i numerosissimi incidenti stradali, molti dei quali causati da guida in stato di ebbrezza, nonché una generale perdita di controllo che causa non di rado violenza ed altri problemi di ordine pubblico.

Desfile. Il termine desfile, cioè sfilata, si riferisce in genere alle scuole di samba, vere e proprie associazioni che cantano e ballano al ritmo di samba, competendo in uno spettacolo che è la vera vetrina del Carnevale Brasiliano. La maggior parte dei partecipanti sfila a piedi, e solo pochi trovano posto sui carri. Le scuole di samba più famose sono quelle di Rio de Janeiro e di San Paolo.
Sfilata nel Sambodromo di Rio de Janeiro
Estrangeiros. In occasione del Carnevale migliaia di turisti arrivano in Brasile, e soprattutto a Rio de Janeiro, Salvador, Olinda e Recife, ma ultimamente anche San Paolo è diventata meta di turismo carnascialesco.

Folia. Con folia si intende un ballo sfrenato di molte persone al suono del tamburello (pandeiro). I folioes sono coloro che partecipano al Carnevale ballando e divertendosi. A Rio e San Paolo le sfilate delle scuole di samba si svolgono all'interno dei sambodromos, mentre le strade sono occupate dai blocos. Nelle altre città il Carnevale si festeggia tradizionalmente per le strade. Sono però numerosissime anche le feste organizzate da locali e club sportivi.
Bonecos nel Carnevale di Olinda
Gravidez. Uno dei tanti miti legati al Carnevale Brasiliano è che molte ragazze restino incinta durante questa festa, conseguenza del divertimento sfrenato che la accompagna (e della cerveja, vedi sopra). In compenso, durante questi giorni c'è un aumento del 30% nella vendita di preservativi, e subito dopo un incremento del 15% nella vendita di test di gravidanza.

Horarios. Durante il Carnevale brasiliano, tutto (o quasi) si ferma, a parte la folia. E anche quello che funziona, ha degli orari alterati. E così in linea di massima non funzionano normalmente i mezzi pubblici, gli ospedali e gli ambulatori pubblici, le banche, i centri commerciali e la maggior parte dei posti.

Industria do Carnaval. Non è difficile immaginare che una festa tanto importante comporti la produzione di costumi e materiali vari che movimenta una gran quantità di denaro, impiegando per esempio migliaia di sarti.

Lixo. Ecco uno dei problemi legati al carnevale: l'immondizia. Ovvio che un'affluenza di persone tanto alta non può che generare cumuli enormi di spazzatura, che deve essere smaltita nel più breve tempo possibile. Quest'anno, oltre tutto, la preoccupazione è ancora maggiore in quanto l'accumulo di immondizia che si viene a creare durante queste feste è propizio alla proliferazione delle zanzare che trasmettono dengue, zika e chikungunya.

Mijao. Insieme alla spazzatura, l'altro inconveniente della grande concentrazione di persone è la puzza di pipì. Molti infatti non aspettano di trovare un bagno per urinare, complice anche l'alcol ingerito, e ciò causa ovviamente un odorino poco gradevole per le strade del Carnevale (vedi Il carnevale e l'arte di fare pipì nel posto giusto).

Numeri. Parlando di partecipazione, sembra che per il Carnevale nella sola Rio affluiranno un milione di persone da tutto il mondo. Per avere un'idea della grandiosità dell'evento, considerate che ogni scuola di samba è formata da migliaia di persone ed ha a disposizione 80 minuti per esibirsi in uno spettacolo che ha elaborato durante tutto il corso dell'anno precedente.
Se invece si butta un occhio all'economia, ho trovato dei dati del 1997 che parlano di circa 13 miliardi di reais e più di 300 mila impieghi legati al carnevale.

Operaçao Carnaval. E' la denominazione data dalle forze di polizia all'azione legata a queste feste, quando la polizia diventa suo malgrado protagonista. L'alto numero di incidenti stradali che normalmente si verifica durante il carnevale rende infatti necessario l'intervento della polizia rodoviaria, sia per prevenire (vedi http://agenciabrasil.ebc.com.br) sia per gestire il dopo. L'aumento di furti e violenze favoriti dalla confusione chiama invece in causa la polizia civile e militare. Ahimé, il Carnevale non è solo allegria e divertimento.

Pos Carnaval.  Cosa resta dopo il Carnevale? A parte  la ressaca, cioè il mal di testa dopo sbronza, credo che la sensazione per i brasiliani sia un pò come quella che proviamo in Italia a settembre, quando la quotidianità riprende dopo le vacanze estive, solo che il loro finale è molto più schioppettante, pieno di trasgressioni. Si dice che in Brasile l'anno cominci solo dopo il Carnevale, e un fondo di verità, sicuramente, c'è.
Fonte: Google Images
Quando si festeggia? Intanto c'è da dire che quello che noi chiamiamo martedì grasso, cioè l'ultimo giorno di carnevale, in alcuni Stati del Brasile è un vero e proprio giorno festivo, e si trascina dietro, ovviamente, il lunedì. Non solo: le scuole sono chiuse anche il mercoledì (molti uffici iniziano a lavorare a mezzogiorno, per dare tempo ai folioes di riprendersi dai festeggiamenti o meglio, dalla sbronza). Comunque in genere i brasiliani festeggiano  il Carnevale per 4 giorni, dal sabato al martedì.

Rei Momo. E' uno dei principali personaggi del Carnevale brasiliano. Mutuato dalla mitologia greca, dove impersonava l'ironia ed il sarcasmo, il Re del Carnevale è diventato qui colui che comanda la folia. Con una cerimonia che dà ufficialmente inizio ai festeggiamenti, Il Re Momo riceve dal sindaco le chiavi della città per governare simbolicamente nei 4 giorni di Carnevale, aiutato dalla Rainha. Per essere eletto Rei Momo è necessario essere molto simpatico e pesare almeno 120 Kg (ma ultimamente quest'ultimo requisito sta venendo meno per evitare problemi di salute ai candidati).

Sambodromo. Si tratta di una specie di stadio dove sfilano le scuole di samba. Il più famoso è quello di Rio, costruito nel 1984 su progetto di Oscar Niemeyer, che può ospitare circa 85000 spettatori. In occasione delle Olimpiadi ormai prossime, il Sambodromo di Rio sarà usato per le gare di tiro con l'arco e come partenza e arrivo della maratona.

Trios eletricos. Sono camion giganteschi, con enormi altoparlanti che sparano musica a tutto volume, seguiti da una gran quantità di persone che balla. Sono caratteristici dello Stato di Bahia, ma si trovano anche in molte altre città del litorale.

Urso de carnaval. E' un'aggregazione tipica del Pernambuco, simile al bloco ma con caratteristiche sue proprie. La figura centrale è un uomo travestito da orso, tirato da un domatore con una corda legata alla cintura. L'orso balla per l'allegria degli astanti.

Vencedor. Le scuole di samba devono selezionare un tema e comporre una relativa canzone, in modo che il tema venga poi rappresentato per mezzo della musica e della danza. Al termine delle sfilate viene eletta una scuola vincitrice. I vincitori dell'ultima edizione sono state le scuole di Beija-Flor a Rio e di Vai-vai a San Paolo.
Sfilata della Scuola Beija-flor, vincitrice del Carnevale di Rio 2015

Zika. Grande preoccupazione di questo periodo è, ahimé, la diffusione della zanzara che trasmette la zika (ma anche dengue e chikungunya). La preoccupazione è particolarmente alta in corrispondenza della grande concentrazione di persone durante il Carnevale. Pare però che finora la paura non abbia limitato la partecipazione dei folioes ai festeggiamenti, alcuni dei quali ci hanno anche scherzato su, travestendosi da Aedes Aegypti...
Olinda, dove si è commemorato "O enterro do mosquito da dengue"



venerdì 29 gennaio 2016

Zika o non Zika

Ci ho messo un pò a riprendermi dal passaggio fra anno vecchio e anno nuovo, anzi, a dirla tutta non mi sono ancora ripresa, ma voglio dare una svolta e scrivere almeno un post in questo gennaio che sembra non finire mai. Tanto è per me, come sempre.
E' il terzo gennaio che passo a Brasilia, e decisamente il più piovoso. Niente a che vedere con le piogge di Curitiba, il primo grande shock di questo Brasile ancora da scoprire, che ci ha accolto (era l'ormai lontano 2010) con 35 giorni di pioggia consecutivi. Qui non si arriva a tanto, ma data la limitatezza delle cose da fare in questa strana capitale, tolto il sole resta ben poco. Le scuole, oltre tutto, sono ancora chiuse, e i malanni "di stagione" in agguato. Certo, la pioggia concede una tregua dal calore che diventa insopportabile quando questa terra rossa non vede una goccia d'acqua per mesi e mesi, ma il rovescio della medaglia sono le zanzare, fastidiosissime, che ti assaltano giorno e notte. Ora poi il nuovo spauracchio è la Zika, e non solo in Brasile. 
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, 3-4 milioni di persone sarebbero a rischio contagio nelle Americhe, e di queste 1,5 milioni solo in Brasile. Qui in meno di un anno si è calcolato che sono nati più di quattromila bambini con microcefalia, una malformazione neurologica che comporta una crescita ridotta del volume del cervello e della circonferenza cranica, con possibili danni neurologici anche gravi. Si ipotizza che la microcefalia sia conseguenza di questo famigerato virus trasmesso dall'Aedes aegypti, la stessa zanzara responsabile della trasmissione della dengue. Intanto il nostro Ministero della Sanità ha sconsigliato le donne in gravidanza di viaggiare nei Paesi a rischio, fra cui in pole position il Brasile. 
Riporto integralmente da Corriere.it del 16 gennaio: "In Brasile, dopo aver schierato anche l'esercito in strada, la presidente Dilma Rousseff ha rivolto un appello ai principali leader religiosi per coinvolgere chiese cattoliche ed evangeliche nella lotta contro la zanzara Aedes (...)".
E così, accanto alla dengue, che già non lasciava proprio tranquilli, ecco il nuovo mostro. Il Governo Brasiliano ha quindi stanziato dei fondi per la ricerca di un vaccino che possa contrastare questo preoccupante fenomeno. 
Nel frattempo fanno festa (lo dico cinicamente) le ditte produttrici di repellenti e quant'altro contro le zanzare, visto che l'unico rimedio, per ora, è prevenire. Comunque, come sempre quando esplode "un'emergenza", o meglio, quando sono i mezzi di informazione a farla esplodere, sarebbe giusto porsi qualche domanda, tanto per non credere a tutto quello che ci vogliono propinare. E allora consiglio di leggere questo post tratto da Il Fatto quotidiano, tanto per non cadere dalle nuvole: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/26.

Ah, buon anno!