mercoledì 12 novembre 2014

Attenzione ai falsi amici

Gli italiani che vengono in Brasile e sono alle prime armi con il portoghese, rischiano dei qui pro quo a causa dei falsi amici, cioé di quelle parole apparentemente uguali ma che assumono nelle due lingue significati diversi. 

Se per esempio ad un grazie (obrigado) rispondete educatamente prego, il vostro interlocutore vi guarderá con una strana espressione, perché gli avrete detto chiodo (potete invece fare un figurone buttando lí un "de nada", ma ricordate che "de" qui si pronuncia "gi").
Se entrate in un bar e chiedete della birra, starete chiedendo capricci (sí, quelli che fanno i bambini: ma chi sarebbe cosí pazzo da volerne?!?). Non dite poi a nessuno con cui avete una discussione animata e di cui volete placare l'animo, "bravo", perché gli state dicendo che é arrabbiato (bella scoperta!).
Se avete bisogno di cercare una cosa, non portoghesizzate il termine italiano dicendo cercar, perché i brasiliani capiranno recintare. E lo stesso vale per il verbo guardar, che sta per mettere via. 
Ricordate che la posta in Brasile si chiama correio, mentre al supermercato potete trovare una "posta" di pesce (trancio). E se, giá che siete al supermercato, vi serve del burro, chiedete dove potete trovare la "manteiga", perché burro in Brasile significa asino.
Con il termine "reprovar" loro intendono dire respingere, bocciare o disapprovare, e non "tenta di nuovo sarai piú fortunato". 
Infine prima o poi, vi avviso, vi troverete davanti un'insegna con la scritta "fica aberta 24 h": chiaro che vi susciterá un sorriso, ma tenete presente che qui il termine "ficar" si usa tantissimo, per dire, come in questo caso, resta, ma anche diventa, o sta. 
E a proposito di falsi amici, occhio a chi vi dice "deixa comigo", cioé "ci penso io"...potrebbe essere uno che vi vuole fregare...

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