giovedì 20 novembre 2014

Razzismo e coscienza nera

Uno dei tanti luoghi comuni che esistono riguardo al Brasile, è che qui il razzismo non esiste. È vero che per un italiano colpisce la mescolanza delle razze che caratterizza questo Paese. Ma ciò non significa necessariamente assenza di razzismo, altrimenti non si spiegherebbe perché oggi, 20 novembre, si celebra il giorno della coscienza nera. Il motivo ufficiale di questa ricorrenza è sottolineare l'importanza del contributo della cultura afro-brasiliana rispetto alla societá. Ma nella realtà la societá brasiliana non è il perfetto modello di integrazione cui si pensa oltreoceano.

Innanzitutto perché il 20 novembre? In questa data, nel 1695, é stato decapitato Zumbi dos Palmares, diventato simbolo della lotta contro la schiavitú dei discendenti di africani arrivati in Brasile come schiavi.


Ma chi era Zumbi dos Palmares? All'epoca i neri erano ancora in stato di schiavitú (in Brasile la schiavitú é stata ufficialmente abolita nel 1888), per cui molti di loro fuggivano creando in posti di difficile accesso delle comunitá clandestine, chiamate "quilombos". Nei quilombos venivano create delle vere e proprie societá basate sui costumi del proprio paese di origine. 
Uno dei piú importanti, fu il "Quilombo dos Palmares", situato nell'attuale stato dell'Alagoas, che arrivó a contare migliaia di abitanti. Zumbi, a capo di questo Quilombo, dopo essere stato catturato fu decapitato, e la sua testa mozzata fu esposta nella pubblica piazza a Recife, per disincentivare gli altri schiavi a ribellarsi. Ma Zumbi é diventato un simbolo della resistenza dei neri contro la violenza della schiavitú.

Dopo piú di 300 anni dalla sua morte, peró, in Brasile esiste ancora una discriminazione nei confronti dei neri, che restano comunque i brasiliani con un'aspettativa di vita, un livello di istruzione e un salario medio piú bassi. E la presenza di una forma di discriminazione si evince anche dal fatto che esiste una legge che prevede, per esempio, delle quote per l'accesso alle universitá riservate agli afrodiscendenti.

Ma la piú drammatica discriminazione credo riguardi le morti violente, che giá in Brasile hanno di per sé un numero record:
la maggioranza delle vittime di omicidio infatti sono giovani neri (sotto i 29 anni), come risulta fra l'altro da una ricerca commissionata dal Senato nel 2012.
Le morti violente sono senz'altro legate alle condizioni socio-economiche, che sono appunto in genere inferiori per i neri e i meticci, ma questo mostra un Brasile di gran lunga lontano da una situazione equa e priva di discriminazioni.

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